Può essere esperienza comune quella di avere dei pensieri intrusivi, piccole ossessioni, o di mettere in atto dei rituali. Ad esempio, a chi non è mai capitato di sentirsi assalito dal dubbio sull’aver chiuso la porta di casa o di mettere in atto dei riti scaramantici in determinate occasioni?
In questo caso non si parla di disturbo ossessivo compulsivo poiché per essere definito tale i sintomi devono durare più di un’ora al giorno e causare un disagio significativo influenzando sulla qualità della vita della persona.

Definizione
Si parla di disturbo ossessivo compulsivo (DOC) quando la persona sperimenta pensieri, immagini/impulsi mentali che sono ricorrenti, intrusivi, indesiderati, definiti ossessioni. Le ossessioni generalmente creano ansia, disagio, senso di colpa, dubbio e sofferenza. Il desiderio di alleviare tali sensazioni è molto elevato.
Le compulsioni, invece, sono comportamenti che hanno lo scopo di ridurre o prevenire tali emozioni sgradevoli. Nonostante siano atti intenzionali vengono vissuti dalla persona come “obblighi” finalizzati a ridurre o prevenire - anche se in maniera momentanea- il distress causato dalle ossessioni.
Periodo di insorgenza
Il disturbo ossessivo compulsivo può esordire in qualunque momento della vita, generalmente però si ritene che abbia due picchi di incidenza: uno intorno agli anni prepuberali e l’altro durante la giovane età adulta.
L’esordio generalmente è graduale, con una sintomatologia che si acutizza con il passare del tempo; tuttavia, si può manifestare anche in maniera acuta a seguito di un evento di vita particolarmente stressante.

Sintomatologia
Le persone con disturbo ossessivo compulsivo, nel tentativo di gestire, evitare o prevenire le reazioni emotive che derivano dalle ossessioni, possono sviluppare dei rituali rigidi e ripetitivi.
Questi comportamenti possono essere manifestati sia a livello comportamentale che cognitivo; ad esempio: lavarsi ripetutamente le mani; controllare la chiusura della portiera dell’auto; ordinare documenti catalogandoli secondo un rigido criterio; contare il numero di volte in cui si accende e spegne l’interruttore; ripetere mentalmente dei numeri positivi, etc…
Questi comportamenti, vissuti dalla persona come degli obblighi a cui è difficile sottrarsi, causano estrema angoscia.
E' possibile avere ossessioni senza la messa in atto delle compulsioni. Le persone con questa diagnosi possono presentare pensieri e comportamenti molto diversi tra loro perché le manifestazioni del DOC sono estremamente variabili ed eterogenee..
Altro comportamento generalmente presente è l’evitamento. Si tratta di una strategia preventiva che ha il fine di evitare che le ossessioni e le emozioni ad esse associate si manifestino. Anche le richieste di rassicurazione rivolte a familiari o persone care possono essere presenti e si caratterizzano per la continua ricerca di rassicurazione o di sicurezza su eventi o situazioni considerate “minacciose”. Queste richieste sono ripetute anche quando la persona ha già ottenuto una risposta e questo accade perché risultano efficaci nella regolazione dell’ansia o nella riduzione dell’incertezza solo nel breve periodo.
Alcuni pazienti, invece, ricorrono al tentativo di contrastare i pensieri per cercare di allontanare le ossessioni inducendo la persona a tentare di distrarsi, di interrompere il flusso dei pensieri con auto prescrizioni (ad esempio dicendo a se stessa: “adesso basta”) o contrastano pensieri negativi con immagini positive. Tali tentativi generalmente risultano fallimentari. Tipicamente il pensiero aumenta di frequenza e alimenta la sensazione di perdita di controllo cognitiva.
Tipologie di DOC
- Preoccupazioni relative alla contaminazione
- Preoccupazioni relative alla possibilità di essere responsabile di danni, incidenti o disgrazie
- Preoccupazione relative al bisogno di simmetria, ordine e completezza
- Pensieri/impulsi inaccettabili
Trattamento e cura
Il trattamento d’elezione è la terapia cognitivo-comportamentale. Attraverso un percorso di psicoterapia si possono conoscere le relazioni che intercorrono fra le ossessioni e le compulsioni e disinnescare in questo modo i circoli viziosi che si vengono a creare e che concorrono al mantenimento del disturbo.
La tecnica che risulta più efficace nella cura del DOC è l’esposizione con prevenzione della risposta. Oltre a tecniche di tipo comportamentali risulta fondamentale l’utilizzo della terapia cognitiva mirata alla modificazione di alcuni processi di pensiero automatici e disfunzionali. In particolare, si focalizza sull’eccessivo senso di responsabilità, sull’importanza data ai pensieri e sulla sovrastima del pericolo.
Alla terapia cognitivo comportale può essere affiancata una cura farmacologica.
Bibliografia:
- American Psychiatric Association (2015). DSM-5. Raffaello Cortina Editore: Milano.
- Mancini F. (2016) La mente ossessiva. Raffaello Cortina, Milano.
- Melli G., Carraresi C. (2003) La Terapia cognitivo comportamentale del Disturbo ossessivo-compulsivo. Erickson, Trento.